I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. I DSA si manifestano con l’inizio della scolarizzazione, ma è possibile individuarli anticipatamente attraverso prove di screening già alla scuola dell’infanzia. Gli interventi precoci sono fortemente consigliati perché hanno l’obiettivo di contenere la portata dei disturbi favorendo il benessere dei bambini e l’automatizzazione corretta dei prerequisti scolastici che, a loro volta, produrranno esiti positivi sui futuri apprendimenti scolastici.

Relativamente al trattamento dei DSA, due sono le questioni più importanti da tenere in considerazione: lo scopo di un trattamento e l’individuazione dei metodi migliori per conseguire una significativa modificazione dell’evoluzione naturale del disturbo. In relazione al primo aspetto è opportuno tenere presente che tali disturbi hanno una natura neurobiologica, pertanto si tratta di patologie “non guaribili”, in quanto dipendono da fattori congeniti non modificabili, ma che tuttavia, nella maggior parte dei casi e in misura dipendente dalla gravità del deficit, si riducono con adeguati interventi abilitativi e corrette procedure educative. Ciò significa che da un bambino con DSA non dobbiamo aspettarci, anche intervenendo, l’improvvisa scomparsa della difficoltà, bensì un lento e progressivo percorso di miglioramento che, in molti casi, non porta alla remissione totale del disturbo. Alcuni ricercatori hanno cercato di identificare i caratteri per definire come “clinicamente significativo” un miglioramento, sottolineando che deve essere un cambiamento nella prestazione del soggetto che:

  • deriva dagli effetti del trattamento e non da fattori maturazionali o altri fattori esterni al trattamento;
  • è reale e non casuale;
  • è importante, non irrilevante, e descrive il cambiamento che è significativo e percepito da parte del singolo paziente o dalle persone rilevanti per la vita dello stesso.

Ad ogni modo, si ritiene che un trattamento efficace sia un trattamento che migliora l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale attesa.

In considerazione di questo, lo scopo di un trattamento rivolto ad un bambino con DSA include diversi aspetti:

  • Favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame, nonostante la presenza di uno specifico deficit;
  • Fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso strade alternative a quella deficitaria;
  • Gestire nel modo migliore la situazione di difficoltà;
  • Evitare che si sviluppino altre forme di disagio.

Il trattamento non dovrebbe limitarsi a proporre tecniche specifiche che riducano il deficit, ma affiancare anche una serie di misure compensative per poter avanzare nel percorso di apprendimento. In questa stessa direzione vanno considerati anche gli interventi metacognitivi, utili al fine di guidare i soggetti ad affrontare e gestire in modo maggiormente consapevole e strategico le difficoltà incontrate a livello di apprendimento e studio. Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi programmi che propongono interventi di tipo metacognitivo da realizzare a scuola e che possono risultare validi anche per i bambini con DSA.

Riguardo al secondo aspetto, relativo alle modalità d’intervento, al fine di realizzare una riabilitazione che porti a dei buoni risultati, è essenziale, in primo luogo, identificare in modo preciso l’obiettivo a cui si vuole mirare, in secondo luogo utilizzare tecniche e strumenti che possano disporre di dati affidabili sulla loro efficacia. Il metodo derivato dalla neuropsicologia cognitiva consente evidenti vantaggi in questo senso in quanto analizza ogni funzione cognitiva e processo di apprendimento nelle sue diverse componenti: questo consente di impostare un piano di trattamento mirato specificamente alle componenti deficitarie.

Si ritiene che un trattamento efficace sia un trattamento che migliora l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale attesa. Ciò richiede da un lato la conoscenza dei processi di sviluppo tipici di un’abilità e, allo stesso tempo, l’esperienza sul trend medio di sviluppo di un bambino con disturbo. A questo proposito è stata individuata, come tendenza di sviluppo normale nel processo di lettura, un miglioramento della velocità di lettura di 0,5 sillabe al secondo per anno scolastico mentre, in genere, il dislessico migliora la sua velocità con un tasso più ridotto, ovvero 0,30 sillabe/secondo. In questo caso, se un intervento di rieducazione consente un miglioramento maggiore di 0,30 sillabe/secondo, può essere considerato un beneficio specifico della rieducazione.




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