Negli ultimi tempi, uno degli argomenti che appare sempre più popolare, è quello dell’autostima e lo si evince dalla proliferazione di testi e manuali dedicati a genitori, insegnanti, terapeuti ma anche a bambini e ragazzi che trattano l’argomento dell’autostima. In tale ambito le dinamiche di causa ed effetto sono abbastanza contorte e difficili da comprendere e, spesso, ci si chiede se è la bassa autostima che causa problemi alla vita di bambini e adolescenti o se sono le problematiche della vita a provocare il senso del proprio valore personale. Ma non è tutto, perché la domanda più frustrante è quella di chiedersi che cosa, nel concreto, si possa fare per questi bambini.

Innanzitutto bisogna fare chiarezza sul termine “autostima” che, spesso, viene scambiato con l’espressione “concetto di sé” andando a creare confusione ogni qualvolta si penserà all’autostima di soggetti in età evolutiva. L’espressione “concetto di sé” si riferisce a tutti quegli elementi cui una persona fa riferimento per descrivere se stessa: un bambino potrebbe, ad esempio, vedere se stesso come calciatore, come bravo studente, come amante dei libri o dei film di fantascienza o con altre qualità che rientrano nella componente del proprio concetto di sé. Con il termine “autostima”, invece, si fa riferimento ad una valutazione di tutte le informazioni contenute nel concetto di sé; essa deriva dai sentimenti che il bambino ha di sé stesso inteso in senso globale. Se ad esempio un bambino pone in cima alla sua scala dei valori il fatto che egli sia popolare e preparato atleticamente a dispetto della bravura scolastica, avrà un’alta autostima relativa alle prime due aree (popolarità e preparazione atletica) ma bassa autostima riguardo alla terza area (bravura scolastica). Ci sono anche bambini che si reputano brillanti dal punto di vista della carriera scolastica ma riportano una media accademica bassa o insufficiente, il che sarà dannoso per la propria autostima. La nostra autostima è dunque basata su informazioni oggettive che riguardano noi stessi e sulla valutazione che diamo a queste informazioni. Gli adulti che hanno familiarità con bambini di età diverse sanno bene che i bambini che frequentano la materna, le elementari e gli adolescenti devono fare un certo numero di esperienze prima di riuscire a sentirsi bene con sé stessi. Alcuni comportamenti degli adulti quali l’attenzione, la sensibilità e l’approvazione possono essere, per un bambino di tre anni intento ad apprendere una nuova abilità, più importanti della qualità oggettiva con cui è stato svolto il compito. Ciò significa che un bambino di nove anni può essere talmente preoccupato di svolgere un compito in modo corretto che l’attenzione positiva da parte dell’adulto può non bastare a consolarlo da un eventuale fallimento nella sua performance. Ma significa anche che un adolescente sensibile fa affidamento sia sui genitori sia sui pari per ricavare informazioni riguardo alla propria competenza; tuttavia, la sua primordiale capacità di introspezione, può far si che possa interpretare il feedback relazionale in un modo diverso da come lo intendevano coloro che lo hanno dato, ovvero ciò che l’adolescente pensa di sé stesso può fargli distorcere il feedback che arriva dagli altri.

MA COSA CREA PROBLEMI ALLA NOSTRA AUTOSTIMA?

A creare problemi all’autostima di bambini e adolescenti è la discrepanza che viene a generarsi tra Sé percepito e Sé ideale. Il Sé percepito non è altro che il concetto di sé, mentre il Sé ideale equivale all’immagine della persona che ci piacerebbe essere dal punto di vista valoriale (bravo a scuola, bravo nelle attività sportive, attento, artista, creativo, ecc…). Il che lascia ipotizzare che una grossa discrepanza tra Sé percepito e Sé ideale genera una bassa autostima, viceversa una piccola discrepanza tra Sé percepito e Sé ideale darà origine ad un’alta autostima. Per modificare questa discrepanza possiamo agire in due modi diversi: o aiutiamo il bambino a modificare il suo Sé ideale affinché gli sia più facile raggiungere i propri obiettivi, oppure possiamo aiutarlo a cambiare il suo Sé percepito affinché possa vedersi sotto una luce più positiva. Inoltre, potremmo anche insegnargli tutte quelle abilità che migliorerebbero la sua performance in un particolare ambito.

La condizione di crescita e sviluppo di bambini e adolescenti fanno si che essi tendano ad essere abbastanza simili tra loro in relazione alle caratteristiche personali cui danno valore: si tratta di una condizione dovuta in gran parte alla struttura della loro vita (vanno a scuola, vivono ancora in famiglia) e ai vari compiti che si ritrovano davanti man mano che crescono (confrontarsi con gli altri, osservare i cambiamenti del proprio corpo, ecc…). Solitamente, nei bambini così come anche negli adolescenti, è possibile considerare l’autostima attraverso quattro ambiti specifici, oltre all’autonomia globale:

  • Autostima sociale
  • autostima scolastica
  • autostima familiare
  • Immagine corporea

Per migliorare l’autostima in bambini e ragazzi ci avvaliamo di due momenti: quello della valutazione e quello dell’intervento. La valutazione consiste nel processo di identificazione dei punti di forza e dei punti di debolezza del bambino e dell’adolescente nei vari settori dell’autostima. Poiché nei bambini e negli adolescenti l’autostima potrebbe essere alterata a causa di altre condizioni quali l’iperattività, l’aggressività, l’introversione o problemi di apprendimento scolastici, effettuare una valutazione, non è sempre un processo semplice e lineare. In ogni caso, dal momento che è piuttosto difficile scoprire i pensieri e i sentimenti più profondi di bambini e adolescenti sarebbe buona prassi effettuare una valutazione ad ampio raggio in modo da poter raccogliere informazioni da varie fonti: resoconti del bambino, questionari, test, colloqui con genitori e insegnanti, osservazione, ecc…

Con l’intervento, invece, si fa riferimento a quel processo attraverso il quale la modificazione dell’immagine di sé viene realmente effettuata. Attraverso l’intervento potranno essere insegnate al bambino o all’adolescente nuove abilità in un clima di attenzione e fiducia spiegando fin da subito qual è l’obiettivo dell’intervento che sarà, appunto, quello di insegnargli nuovi modi di gestire i problemi che incontrerà nella vita quotidiana affinché possa sentirsi bene con se stesso. Una parte fondamentale del trattamento sono gli esercizi da svolgere a casa perché se vogliamo davvero che i bambini e gli adolescenti siano capaci di usare le nuove abilità nella loro quotidianità dobbiamo incoraggiarli a praticarle nelle situazioni reali.

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