La riapertura delle scuole è vicina. Molti bambini sono felici di ritornare in classe e rivedere i propri compagni, altri si sono abituati alle routine di casa e l’idea di distaccarsi da esse genera un malessere che, nei più piccoli, sfocia in vere e proprie crisi di pianto. Ovviamente si tratta di un evento che porta con sé delle preoccupazioni, visto il periodo di lockdown che abbiamo dovuto affrontare, preoccupazioni che coinvolgono non solo i bambini ma anche i genitori ed il personale scolastico.

Da professionista che si occupa di neuropsicologia ho analizzato il problema osservandolo da un’altra prospettiva, ovvero quella che prende in considerazione lo sviluppo delle competenze tipiche dei bambini che entreranno per la prima volta alla scuola primaria. Nello specifico: che risvolti negativi ha avuto sullo sviluppo dei prerequisiti degli apprendimenti il periodo di lockdown che abbiamo dovuto affrontare?

Sappiamo tutti che dal 5 marzo 2020 le scuole hanno dovuto chiudere i loro battenti per fronteggiare i contagi di covid-19, impedendo di fatto che i bambini potessero frequentare la scuola dell’infanzia e sviluppare tutte quelle abilità che sono necessarie e, quindi, fondamentali per affrontare l’entrata alla scuola primaria in tutta serenità. A 5 anni i bambini sono in genere pronti per affrontare il grande salto, ovvero quello dell’entrata alla scuola primaria. Un evento molto importante per tutti i genitori e per tutti i bambini che, soprattutto se hanno frequentato la scuola dell’infanzia sapranno già parlare in modo fluente, cantare canzoncine, contare, disegnare, colorare, ritagliare, recitare poesie e filastrocche.

Tuttavia in alcuni casi il lockdown ha prodotto i suoi frutti, negativi, purtroppo, sullo sviluppo delle abilità tipiche dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e di quelli che, a settembre 2020, entreranno nella prima classe della scuola primaria. Ma vi siete mai chiesti in cosa consiste lo sviluppo tipico di un bambino che si appresta a lasciare la scuola dell’infanzia per accedere alla scuola primaria?

COSA DOVREBBERO SAPER FARE I BAMBINI PRIMA DI FREQUENTARE LA SCUOLA PRIMARIA

Durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia i bambini svolgono attività di pregrafismo, prelettura e ragionamento su numeri e quantità per far si che si verifichi un processo di preparazione, fondamentale per il primo ingresso alla scuola primaria. Vediamo quali sono le abilità fondamentali.

Innanzi tutto i bambini che entreranno in prima dovranno aver sviluppato le abilità metafonologiche utili per consentire ai bambini di acquisire la corrispondenza tra fonemi e grafemi, ovvero la corrispondenza tra i suoni del linguaggio e il segno scritto. I bambini dovrebbero essere capaci di dividere una parola in sillabe; riconoscere le parole che fanno rima e le parole che iniziano con la stessa sillaba; distinguere parole lunghe da parole più corte; fondere mentalmente le sillabe per comporre una parola. Se i bambini presentano difficoltà nelle attività metafonologiche avranno maggiori difficoltà nell’apprendimento della letto-scrittura.

Un’altra abilità fondamentale che i bambini di 6 anni devono aver acquisito è la coordinazione occhio-mano, ovvero la capacità di saper coordinare ed integrare la percezione visiva ed i movimenti della mano e delle dita. È importante che questa abilità venga finemente acquisita, altrimenti il rischio sarà quello di manifestare difficoltà di scrittura già in prima elementare. È quindi fondamentale che i bambini siano capaci di ricopiare in modo corretto delle figure geometriche; sappiano seguire un tracciato grafico con una certa precisione; fare ritagli in autonomia; usare cubi per riprodurre immagini in 3D; ricopiare lettere in stampatello, anche se il risultato sarà poco preciso; scrivere il proprio nome; saper colorare entro i margini di un disegno.

Dal momento che l’apprendimento della letto-scrittura prevede l’abilità di saper convertire il codice orale (fonemi, suoni del parlato) in codice scritto (grafemi, lettere) e viceversa, anche l’abilità di analisi visiva e uditiva acquisisce un’importanza rilevante. Questa abilità si rispecchia nel saper riconoscere lettere uguali all’ interno di una parola; identificare una lettera target tra lettere graficamente tra loro molto simili; distinguere, solo ascoltando, se due parole molto simili dal punto di vista fonemico (ad esempio: pane/cane) sono più o meno uguali; individuare una figura disegnata all’ interno di uno scarabocchio.

Vi sono poi abilità che sono fondamentali non solo per gli apprendimenti scolastici ma anche per tutte le competenze della vita quotidiana, ovvero l’attenzione e la memoria. I bambini che entrano nella prima classe della scuola primaria devono aver sviluppato una buona attenzione sostenuta e selettiva ed una buona memoria di lavoro fonologica. Per quanto riguarda l’attenzione devono aver sviluppato un’attenzione sostenuta per 10-15 minuti durante un’attività da fare stando seduti ad un tavolino; rimanere concentrati su un’attività senza farsi di distrarre da stimoli provenienti da altre fonti mentre, per quanto riguarda la memoria di lavoro fonologica, i bambini devono aver acquisito la capacità di ripetere parole, anche inventate, composte da 3 sillabe; ricordare e ripetere serie di parole o numeri e ripetere senza errori frasi semplici.

Nella prima classe della scuola primaria i bambini imparano a leggere e in breve tempo saranno capaci di saper spostare lo sguardo da una sillaba all’altra del testo. Tuttavia questa non è un’abilità che si acquisisce in automatico ma deve essere appresa attraverso l’abilità di denominazione rapida che rappresenta il meccanismo alla base del processo di lettura. Si tratta della capacità di riconoscere lo stimolo, reperirlo in memoria e dire velocemente il nome mentre, contemporaneamente, l’occhio si sposta sullo stimolo successivo.

Nella mia pratica clinica mi è capitato diverse volte di valutare bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni che si apprestano ad entrare in prima poiché alcune volte si presentano delle difficoltà neurocognitive che indicano non solo la presenza di un eventuale disturbo ma anche la necessità di avviare un percorso specifico di supporto.

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